Stoccolma, fino al 24 aprile 2016
Nel 1914, Paul Klee andò in Tunisia e scoprì di essere un pittore. Lo stesso anno, Ivan Aguéli intraprese il suo terzo soggiorno in Egitto, il paese che formò le sue idee sulla vita e sull’arte. Pittore, anarchico, sufi e viaggiatore, la vita di Aguéli è essa stessa un romanzo. Klee e Aguéli non si sono mai incontrati, ma sono presentati insieme in questa mostra sui due artisti e sul loro rapporto con i fondamenti dell’arte visiva: la scelta dei soggetti, l’atto creativo e le qualità dell’immagine.
I pittori Paul Klee (1879-1940, Svizzera) e Ivan Aguéli (1869-1917, Svezia) hanno vissuto e lavorato in un momento in cui la società moderna occidentale cominciava a prendere forma. Mentre treni e macchine di ogni tipo acceleravano la vita e i viaggi, questi due artisti hanno preferito soffermarsi con lo sguardo, alla ricerca della “quarta dimensione” (Aguéli), o “un altro mondo possibile” (Klee), per essere in contatto con la natura e gli oggetti nelle loro immediate vicinanze.
Le opere presenti in questa mostra - complessivamente 86 dipinti e disegni - possono essere riassunti con le parole chiavi creazione, forma, angelo, segno e giardino. Il fenomeno sorprendente di qualcosa che spunta fuori dal terreno ha affascinato entrambi gli artisti. Così completamente ordinario e banale, eppure mistico e divino.
Klee e Aguéli potrebbe essere scambiati per reazionari, eccentrici o reclusi. Ma questo è sbagliato. Hanno mantenuto uno stretto dialogo con la società moderna: entrambi erano intellettuali e critici colti. Aguéli ha pubblicato riviste e Klee ha insegnato presso la scuola Bauhaus di architettura e arti. I loro viaggi, le loro osservazioni della natura, l’intimità dei loro piccoli dipinti, e la loro lenta contrarietà non erano motivati da evasione o nostalgia, ma dai loro punti di vista su come, e con quali valori, l’umanità deve affrontare il presente e incontrare il futuro.
In un mondo che doveva essere segnato da due guerre mondiali, Paul Klee ha cercato di “ottenere una felice associazione tra la [sua] visione della vita e il puro artigianato artistico” e di raggiungere la massima libertà possibile attraverso la contemplazione, la fantasia e il gioco. Ivan Aguéli ha cercato di fondere l’arte, la religione e la realtà, per trovare un’alternativa alla “sordida età” occidentale. La fascinazione per l’anarchismo anti-totalitario e il misticismo gli hanno ispirato lunghi soggiorni al Cairo, la sua successiva conversione all’Islam nel 1898 e gli studi intensi del Sufismo - il percorso più spirituale dell’Islam, che sottolinea l’amore e la vicinanza a Dio.
Non fa differenza se lo chiamiamo spiritualità, immaginazione o gioco. Quando i due artisti entrano in contatto con la realtà attraverso il movimento ritmico del pennello contro lo sfondo, ciò che avviene non è rappresentazione, ma una metamorfosi da oggetto a immaterialità. La mostra Klee / Aguéli è su come un dipinto di un giardino o di un boschetto di palme possono costituire un atto di resistenza. Nella nostra epoca turbolenta, è un promemoria del grande potenziale poetico e politico che può essere integrato in un piccolo quadro dipinto.
Il curatore della mostra è Fredrik Liew.
Paul Klee , Kairuan, vor dem Thor, 1941. Photo: Moderna Museet.
Paul Klee, Steps, 1929. Photo: Prallan Allsten/Moderna Museet.
Ivan Aguéli, The City in the Hills (Egyptian Landscape), ca 1895.
Photo: Juan Luis Sánchez/Moderna Museet.
Ivan Aguéli, Egyptian Domed House, 1914. Photo: Juan Luis Sánchez/Moderna Museet.
Info
Klee/Aguéli
dal 16 gennaio al 24 aprile 2016
Moderna Museet
Stoccolma
www.modernamuseet.se